Tornato a Trieste, Corrado Rojac desidera condividere con noi le sue ultime avventure nel mondo della fisarmonica. Ecco cosa ci racconta:
“La Sonata K19 in fa minore di Domenico Scarlatti è uno degli ultimi brani che ho suonato con la fisarmonica a pianoforte, nel 1987, prima di intraprendere lo studio della fisarmonica a bottoni. Qualche tempo fa mi è capitato un concerto in presenza di Sofia Gubajdulina, in cui ho suonato, con il bajan “Mythos” della Pigini, il suo De profundis, al Museo del Novecento a Milano, per la stagione Rondò. Nella felicità dei suoi occhi, mentre mi stava stringendo le mani, ho intuito che si stava completando un capitolo della mia vita di musicista. Dopo qualche decennio di studio “a bottoni”, quindi, ho chiesto a Pigini un nuovo strumento, una fisarmonica a pianoforte che potesse sintetizzare la mia duplice esperienza. Ne è nato il capolavoro che state ascoltando, una fisarmonica a pianoforte con bassi sciolti per quinte e sistema convertitore con raddoppio. Penso di dover muovermi in quest’ottica di biodiversità, in futuro. Sono convinto che la ricchezza delle soluzioni tecniche possibili sul modello che state ascoltando darà frutti inauditi.”